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Il presente articolo tratta di Impianti di Rilevazione, segnalazione ed Allarme Incendio (IRAI), considerati fondamentali per la prevenzione incendi; Per quanto riguarda l’installazione, la progettazione, la manutenzione e la verifica di tali impianti è necessario, anche se volontarie, che siano conformi alle norme UNI 9795 (“Sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione allarme d’incendio – Progettazione, installazione ed esercizio” ultima versione del 2021) e UNI 11224.

La necessità di installazione di impianti IRAI basa le sue fondamenta sulle norme legislative nazionali in materia di sicurezza, in particolar modo sul D.Lgs. 81/2008, ma soprattutto essi vengono richiesti in tutti i casi in cui sono ritenuti necessari ai fini della prevenzione e gestione del rischio incendio da parte del Comando Provinciale dei VVF non solo nell’ambito delle pratiche antincendio ai sensi del d.P.R. n.151/11 e del D.M. 3 agosto 2015 (Codice Prevenzione Incendi) ma in alcuni casi anche nell’ambito di applicazione del D.M. 03/09/2021 detto anche “Minicodice” in quanto riferito alla valutazione del rischio incendio anche per attività non soggette a pratiche antincendio. Concludendo questo breve riassunto normativo è importante ricordare infine che nel caso non vengano rispettati gli obblighi di corretta manutenzione di tali impianti, è possibile incorrere in sanzioni quali arresto o ammende (come previsto nei D.Lgs. 81/08 e D.M. 37/08).

La norma UNI 11224 definisce le attività necessarie per mantenere l’efficienza dell’impianto nel tempo individuando le seguenti fasi: controllo iniziale, sorveglianza, controllo periodico e verifica generale.

La nuova edizione datata 2019 prevede importanti modifiche allineando il suo contenuto con le pratiche internazionali, implicando quindi cambiamenti rispetto alla frequenza dei controlli in base alla” anzianità” dell’impianto. Tale norma introduce infatti questo nuovo concetto, definendo i controlli da effettuare, sia per gli impianti nuovi che per quelli già esistenti; essa è determinata in base al numero di anni trascorsi dalla sua consegna formale o da una eventuale sostituzione/revisione. Le scadenze decorrono infatti da tali date che di solito coincidono con la data della dichiarazione di conformità ma, in caso di assenza della DI.CO., si dovrà farà riferimento ad altri documenti o all’anno di produzione degli elementi che costituiscono tali apparati. In caso di sostituzione o revisione totale, l’età dell’impianto riparte da zero, mentre, per le parti sostituite, solo esse vengono riportate a zero. Gli impianti esistenti con oltre dodici anni di anzianità al 5 settembre 2019 sono considerati con anzianità di dodici anni e devono subito effettuare una verifica generale.

La norma UNI 11224 prevede diverse verifiche per gli impianti IRAI: controllo iniziale, sorveglianza, controlli periodici e verifica generale. Di seguito un breve riassunto di cosa prevedono.

Il controllo iniziale consiste in una verifica visiva e funzionale dell’impianto, che include un controllo sulla correttezza dei collegamenti elettrici e meccanici, nonché dei componenti dell’impianto (centrale antincendio, segnalatori di allarme – dispositivi ottici e acustici e impianti di aspirazione fumi ASD) ampliando quindi il quantitativo di controlli per tali impianti. Tali verifiche includono una simulazione di anomalie al fine di verificare una loro corretta segnalazione, ponendo particolare attenzione alla commutazione tra alimentazione primaria e secondaria e sulla verifica del rumore elettrico dell’impianto, oltre infine ad eventuali ulteriori procedure da concordare con il cliente, basate su istruzioni dei costruttori e sul progetto dell’impianto.

La funzione della sorveglianza prevista dalla norma è invece quello di assicurare un corretto funzionamento generale e una manutenzione costante degli impianti IRAI, con particolare attenzione ai sistemi di allarme e sicurezza. La verifica del funzionamento della centrale di controllo consiste in un semplice controllo rispetto all’operatività di led, display e retroilluminazione. Per quanto riguarda gli impianti ASD è necessario verificare led delle lampadine tramite specifico comando, registrare il valore corrente del flusso, verificare l’assenza di messaggi di guasto, ispezionare i sifoni per lo scarico della condensa tramite i tubi di aspirazione e controllare visivamente lo stato dei tubi e dei relativi supporti, soprattutto in ambienti soggetti a possibili sollecitazioni meccaniche.

Per quanto riguarda i controlli periodici è necessario che durante la loro effettuazione vi sia sempre la presenza della documentazione iniziale e l’assenza di modifiche che potrebbero influenzare l’impianto, e se ciò non è evidente, sarà necessario procedere con un nuovo controllo iniziale. Durante l’insieme di tali controlli si deve tener conto dell’anzianità dell’impianto che, per quelli che hanno meno di 6 anni risulterà meno rigido, mentre per quelli installati da più di 12 anni risulterà più severo.

Per la verifica generale di un impianto IRAI entrato nel tredicesimo anno dalla sua installazione e ogni dodici anni successivi è necessario controllare la disponibilità sul mercato di parti di ricambio e far sì che non sia stata apportata nessuna modifica sostanziale. Tale verifica può avvenire anche tramite un controllo visivo analogo a quello iniziale. I rilevatori di fumo e fiamma sono sottoposti a revisioni, sostituiti nel caso di malfunzionamenti e testati; tali interventi devono avvenire entro 6 anni, coinvolgendo annualmente almeno un sesto dei rivelatori, se più del 20% dei rivelatori non supera il test atto a simulare un incendio, essi devono essere revisionati o sostituiti.

Per quanto riguarda il corretto funzionamento dei rilevatori di fumo, il tempo di rilevazione non deve superare il 20% del tempo di allarme di un nuovo rilevatore. L’anzianità del rilevatore riparte con la sostituzione o la revisione, riducendo i controlli, ma ciò può comportare una complicazione delle verifiche periodiche a causa delle differenze di età. Dopo 6 anni, è necessaria una nuova prova o la sostituzione se necessario.

La norma UNI 11224:2019 richiede che il controllo degli impianti sia effettuato da un tecnico manutentore, mentre la sorveglianza può essere gestita da personale istruito, ma ricordiamo anche che il recente D.M. 1 settembre 2021 ha introdotto l’obbligo che tali manutenzioni vengano effettuate da imprese abilitate. Se l’impianto è installato in una attività soggetta all’obbligo di controllo dei Vigili del Fuoco (pertanto rientrante nell’elenco delle attività di cui al d.P.R. 152/2011) o ha dieci o più rivelatori è necessario redigere un progetto elaborato da un professionista iscritto all’albo prima che esso venga modificato.

La norma prevede la registrazione delle attività di controllo sull’impianto, con check-list specifiche per il controllo iniziale e i controlli periodici. A tal proposito ricordiamo che per gli impianti antincendio anche il D.M. 20/12/12 richiede un registro per annotare le operazioni di controllo, manutenzione e verifica periodica.

Infine di seguito vi indichiamo alcuni dettagli importanti relativi agli aspetti prevalentemente tecnici che tali controlli richiedono.

I dispositivi ottici devono essere visibili da ogni punto dell’ambiente protetto, con un colore uniforme per l’allarme e lenti pulite per garantire una massima luminosità. I dispositivi acustici devono essere udibili distintamente in ogni contesto sonoro, utilizzando la stessa tonalità per l’allarme. È cruciale sincronizzare gli avvisatori, evitare confusioni con altre segnalazioni e rimuovere ostacoli alla visibilità. Se ci sono più fasi di allarme, il colore o la tonalità devono restare costanti per ogni fase.

La verifica dei rivelatori di fumo ad aspirazione coinvolge il controllo di parametri come le soglie di intervento e la sensibilità del sensore, oltre alla trasmissione dello stato alla centrale e pertanto andranno effettuate contemporaneamente con la verifica della stessa. È essenziale consultare la documentazione del costruttore per ulteriori controlli.

La verifica della rete di aspirazione include un’ispezione visiva delle tubazioni e la simulazione di guasti per valutare la risposta del sistema. È cruciale controllare la coerenza tra le segnalazioni di allarme sul sistema di rivelazione e sulla centrale, verificare i tempi di risposta e il corretto funzionamento dei rivelatori ASD e condurre prove di allarme su ogni foro terminale della rete.

Per concludere, è importante ancora una volta ricordare che la UNI 11224:2019 richiede la verifica generale degli impianti ogni 12 anni, con l’obbligo di completare la verifica di 4/6 dei rivelatori per gli impianti considerati “anziani”. In caso di ritardi, causati ad esempio dalla pandemia, è necessario recuperare tale scadenza immediatamente e verificare i 4/6 dei rivelatori. La verifica è consigliabile effettuarla distribuendo i test su diverse zone dell’impianto. La prova reale dei rivelatori di fumo deve seguire precise direttive. Gli interventi di manutenzione devono essere eseguiti solo da tecnici qualificati secondo le norme indicate, con procedure descritte in dettaglio.

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