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La gestione del rischio elettrico rappresenta uno degli ambiti più delicati della prevenzione nei luoghi di lavoro, considerando la crescente diffusione di impianti e apparecchiature elettriche in tutti i settori produttivi. L’energia elettrica, pur essendo una risorsa indispensabile, costituisce la principale sorgente di pericolo che può generare eventi infortunistici gravi o mortali se non correttamente governata. L’evoluzione tecnologica dei sistemi elettrici, la complessità delle attività manutentive e l’interazione tra personale qualificato e non qualificato impongono l’adozione di strumenti normativi aggiornati, capaci di fornire criteri operativi chiari e uniformi.

In questo contesto si inserisce la norma CEI 11-27, da anni considerata il riferimento tecnico nazionale per la regolamentazione dei lavori sugli impianti elettrici e per l’individuazione delle competenze necessarie a operare in sicurezza. La sua rilevanza è stata riconosciuta anche dal Legislatore, poiché tale documento integra e rende concretamente applicabili le prescrizioni del D.Lgs. 81/2008 in materia di sicurezza del lavoro connesso all’esecuzione di attività elettriche. La recente pubblicazione dell’edizione 2025 della norma CEI 11-27 costituisce quindi un passaggio determinante nella modernizzazione del quadro regolatorio italiano, introducendo aggiornamenti mirati, nuove definizioni, procedure più rigorose e indicazioni specifiche sulla formazione del personale.

Le attività lavorative che comportano l’impiego di materiali, apparecchiature e impianti elettrici presentano, in modo intrinseco, una pluralità di rischi di natura elettrica. La gestione di tali rischi richiede l’adozione di misure preventive e protettive coerenti non solo con le prescrizioni legislative vigenti, in particolare quelle contenute nel Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e segnatamente nel Titolo III, Capo III (articoli 80-87), ma anche con l’apparato tecnico-normativo emanato dagli organismi di normazione nazionale e internazionale.

Tra queste norme un ruolo centrale è rivestito dalla CEI 11-27, documento di riferimento per la regolamentazione tecnica dei lavori sugli impianti elettrici, considerato dalle sedi istituzionali quale corretta attuazione degli obblighi normativi in materia di riconoscimento dell’idoneità del personale addetto all’esecuzione di lavori sotto tensione, come confermato dalla Commissione per gli Interpelli nella risposta n. 3/2012.

La nuova edizione della norma CEI 11-27, pubblicata nell’ottobre 2025, recepisce e armonizza la struttura della Norma Europea CEI EN 50110-1:2024-05, sostituendo la precedente versione del 2021. Essa è formalmente in vigore dal 1° novembre 2025, pur consentendo un periodo transitorio che rende applicabile la precedente edizione fino al 29 maggio 2026, così da garantire la continuità operativa e l’adeguamento organizzativo degli operatori del settore. La norma si applica a tutte le “attività di esercizio, manutenzione, verifica e intervento sugli impianti elettrici, nonché alle operazioni ad essi connesse o svolte in prossimità degli stessi”. L’ambito di applicazione è estremamente ampio e include impianti fissi, mobili, permanenti o provvisori destinati alla produzione, trasformazione, trasmissione, distribuzione e utilizzazione dell’energia elettrica, indipendentemente dal livello di tensione.

La norma disciplina altresì i lavori non strettamente elettrici, come quelli edili eseguiti in prossimità di linee aeree o di cavi sotterranei privi di adeguato isolamento, mentre esclude specificatamente i lavori sotto tensione su impianti superiori a 1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua, oggetto della norma CEI 11-15.

Una delle principali innovazioni introdotte dalla nuova edizione riguarda la revisione sistematica della definizione dei ruoli e delle responsabilità dei soggetti coinvolti nella gestione e nell’esecuzione dei lavori elettrici. La figura del Gestore dell’impianto elettrico (GI), già URI nella precedente edizione, è individuata come responsabile complessivo dell’impianto e delle condizioni di esercizio in sicurezza. Tale soggetto può coincidere con il Datore di Lavoro, il proprietario o un delegato formalmente designato, con poteri decisionali idonei ad autorizzare interventi manutentivi o modifiche impiantistiche. La responsabilità operativa può essere trasferita, per le attività in corso, al Responsabile dell’impianto (RI), soggetto incaricato di garantire la gestione in sicurezza dell’impianto durante l’esecuzione dei lavori.

La norma definisce ulteriori ruoli funzionali, tra cui il Gestore della programmazione del lavoro (GL), responsabile della pianificazione e dell’organizzazione delle attività prima del loro avvio, e il Responsabile del Lavoro Elettrico (RLE), incaricato dell’esecuzione operativa delle attività e della verifica delle condizioni di sicurezza sul luogo di lavoro. La classificazione delle persone che operano sugli impianti elettrici è confermata attraverso la tripartizione tra Persona Esperta (PES), Persona Avvertita (PAV) e Persona Comune (PEC), sulla base di competenze, conoscenze tecniche e consapevolezza dei rischi elettrici.

Ulteriori innovazioni riguardano la revisione delle definizioni relative alle distanze minime di sicurezza, che rappresentano un parametro essenziale per la valutazione del rischio elettrico: la norma aggiorna la terminologia relativa alla distanza limite per i lavori sotto tensione, alla distanza di prossimità e a quella di vicinanza, con particolare attenzione alle attività non elettriche eseguite in aree ove il rischio di arco elettrico o contatto accidentale sia ancora presente. Vengono inoltre integrate le nozioni di distanza ergonomica e distanza dell’apparecchiatura, concetti finalizzati a migliorare la comprensione delle interazioni fisiche tra operatore e impianto elettrico.

Particolare rilevanza assume il capitolo dedicato alla formazione del personale, che consolida e amplia gli obblighi già previsti. La preparazione dei lavoratori PES o PAV continua ad articolarsi in conoscenze teoriche (livello 1A) e capacità operative (livello 1B), ma la nuova edizione specifica che la formazione teorica deve essere erogata tramite lezioni frontali o attività sincrone online, con obbligo di webcam attiva per garantire l’effettiva partecipazione. Non è più ammessa la formazione asincrona per le parti relative al rischio elettrico. L’addestramento pratico deve prevedere simulazioni, affiancamenti e ulteriori attività volte a garantire l’apprendimento delle procedure operative, con obbligo di documentazione e verifica dei risultati formativi. La norma indica una durata minima di 10 ore per la formazione teorica e impone un aggiornamento quinquennale di almeno 4 ore per gli addetti, con formazione aggiuntiva specifica per i lavori sotto tensione in bassa tensione.

La sesta edizione introduce, inoltre, nuovi allegati informativi, tra i quali assume particolare rilievo quello relativo ai pericoli derivanti dagli archi elettrici: Tale allegato sottolinea la necessità di valutare preventivamente i rischi connessi a fenomeni di arco elettrico in tutte le situazioni in cui operatori o terzi possano essere esposti, anche in assenza di contatto diretto con parti in tensione. La valutazione del rischio deve considerare l’energia disponibile, la distanza di intervento, le condizioni ambientali e le misure di protezione individuale e collettiva.

Nel complesso, la nuova CEI 11-27:2025 introduce un rafforzamento sistemico delle misure di prevenzione dei rischi elettrici, estendendo e chiarendo ruoli, responsabilità, requisiti formativi e parametri tecnici di sicurezza, al fine di garantire un approccio strutturato e uniforme alle attività sugli impianti elettrici e nelle loro immediate vicinanze. Questa rappresenta quindi un’evoluzione significativa nella gestione della sicurezza elettrica, poiché consolida l’approccio metodico alla prevenzione, rafforza la cultura tecnica del settore e riduce le ambiguità operative presenti nelle versioni precedenti. La revisione delle definizioni dei ruoli e delle responsabilità, l’aggiornamento delle distanze di sicurezza, l’introduzione di obblighi formativi più strutturati e l’inserimento di allegati dedicati ai pericoli degli archi elettrici forniscono agli operatori uno strumento normativo più completo, capace di uniformare i comportamenti nei contesti lavorativi e migliorare la consapevolezza del rischio.

La sicurezza elettrica non può essere considerata un adempimento formale, ma un processo continuo basato su competenze tecnico-professionali, analisi dei pericoli e applicazione rigorosa di procedure consolidate. La CEI 11-27:2025 si inserisce in questa prospettiva, fornendo un quadro aggiornato e coerente, idoneo a supportare le imprese, i progettisti, i manutentori e tutti i soggetti coinvolti nella gestione degli impianti elettrici. L’adozione consapevole della norma e il rispetto delle indicazioni ivi contenute costituiscono, di fatto, una leva strategica non solo per la riduzione degli infortuni, ma anche per l’innalzamento della qualità tecnica degli interventi e della maturità organizzativa delle aziende operanti nel settore.

In conclusione si riporta una tabella comparativa tra la vecchia edizione del 2021 con l’ultima versione di quest’anno.

Confronto CEI 11-27:2021 vs CEI 11-27:2025

Tabella comparativa delle principali differenze tra le due edizioni della norma CEI 11-27, in vigore dal 1° novembre 2025 (sesta edizione).

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