La sicurezza in caso di emergenza rappresenta un diritto imprescindibile per ogni individuo, indipendentemente dalle proprie condizioni fisiche, sensoriali o cognitive. Questo principio è alla base dell’opuscolo “Il soccorso alle persone disabili: indicazioni per la gestione dell’emergenza”, oggetto di riflessione del presente articolo. Il documento è stato elaborato dal Gruppo di lavoro sulla Sicurezza delle Persone Disabili, istituito presso l’Ufficio dell’Ispettore Generale Capo dei Vigili del Fuoco, con il contributo e la collaborazione di numerose associazioni rappresentative del mondo della disabilità (AIAS, ANFFAS, ONLUS, ANGLAT, ANICI, ANMIC, ANTHAI, ENS, FISH, UIC e UNIDOWN).
L’obiettivo primario dell’opuscolo è quello di fornire agli operatori del soccorso, nonché a Datori di Lavoro, ai tecnici, ai Responsabili della Sicurezza (RSPP) e agli addetti ai servizi d’emergenza, un insieme di indicazioni operative per affrontare correttamente situazioni di rischio che coinvolgano persone con disabilità permanenti o temporanee.
La necessità di adottare misure specifiche per la tutela delle persone disabili nelle emergenze viene sancita per la prima volta, a livello normativo, dal D.Lgs. 19 settembre 1994, n° 626 (ad oggi abrogato e sostituito dal D.Lgs 81/2008), che ha ridefinito le norme in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, includendo esplicitamente la tutela dei lavoratori disabili. Successivamente, il D.M. 10 marzo 1998 (abrogato e sostituito dai D.M. 02/09/2021 e D.M. 03/09/2021) ha fornito le prime indicazioni sui criteri da seguire per la valutazione del rischio incendio e per la pianificazione delle emergenze. Il quadro viene completato anche dalla precedente circolare del Ministero dell’Interno n. 4 del 1° marzo 2002, che aveva introdotto criteri specifici per riferire la valutazione del rischio alle esigenze delle persone disabili, sollecitando l’elaborazione di documenti di buone prassi, come l’opuscolo oggetto del presente approfondimento.
Di seguito si riportano nel dettaglio le novità introdotte dall’opuscolo redatto dal gruppo di lavoro sulla Sicurezza delle Persone disabili, con un’attenzione particolare alle procedure da adottare in caso di evacuazione e alla loro necessaria integrazione all’interno del documento di valutazione specifica “Piano di Emergenza Interno”.
Nel predisporre un Piano d’Emergenza (PEI), la gestione delle disabilità rappresenta una delle sfide più complesse, sia per l’assenza di esperienze sistematizzate sia per le difficoltà operative. L’opuscolo distingue tre principali categorie di disabilità: motoria, sensoriale e cognitiva. Esso inoltre evidenzia come anche situazioni transitorie – come una frattura, la gravidanza avanzata o uno stato di shock – possano configurarsi come forme temporanee di disabilità e meritare un’attenzione analoga. Di seguito vengono esaminate le tre diverse tipologie di disabilità trattate nell’opuscolo.
Disabilità motoria: le tecniche di assistenza in questi casi variano in funzione del grado di collaborazione della persona. Il documento dettaglia con precisione le modalità di sollevamento e spostamento, evidenziando l’importanza di individuare punti di presa sicuri (come il cingolo scapolare o pelvico) e di adottare posture di lavoro ergonomiche per tutelare l’integrità del soccorritore. Sono illustrate tecniche come la “presa crociata” e il “trasporto a due” (con varianti per ambienti angusti), oltre al trasporto per strisciamento o alla movimentazione di persone in carrozzina su scale, sottolineando sempre il principio del rispetto e del coinvolgimento attivo della persona soccorsa.
Disabilità sensoriale: anche le persone con disabilità dell’udito o della vista affrontano rischi aggiuntivi in contesti di emergenza, spesso a causa dell’impossibilità di percepire correttamente i segnali di allarme o di orientarsi autonomamente verso un’uscita. Il documento raccomanda l’adozione di sistemi di allarme multisensoriali (ottici, acustici e meccanici) e l’impiego di segnaletica tattile e braille. Vengono fornite dettagliate indicazioni per la comunicazione con persone sorde – inclusa la lettura labiale e l’utilizzo della LIS – e per l’assistenza a persone cieche, comprese quelle accompagnate da cane guida. E’ estremamente importante che la guida sia empatica, chiara e basata sulla comunicazione diretta.
Disabilità cognitiva: le persone con deficit cognitivi possono reagire in modo imprevedibile o inadeguato alle emergenze, arrivando a negare il pericolo o a manifestare comportamenti aggressivi. In questi casi, il soccorritore deve mantenere un atteggiamento rassicurante e, se necessario, adottare misure di contenimento fisico per garantire l’incolumità della persona. È inoltre fondamentale semplificare le informazioni, utilizzare segnali facilmente interpretabili e verbalizzare costantemente le azioni intraprese, evitando toni paternalistici o infantilizzanti.
Infine, elemento centrale nella pianificazione delle emergenze, è il raccordo operativo con i soccorsi esterni – in particolare i Vigili del Fuoco – al fine di garantire una risposta integrata ed efficace. A tal proposito, si suggerisce di prevedere aree sicure di raccolta per le persone disabili, di specificare durante la chiamata dei soccorsi esterni la presenza di disabili e di concordare in anticipo le modalità di evacuazione, comprese quelle relative al trasporto dei cani guida. Tali misure devono essere oggetto di esercitazioni periodiche, che coinvolgano direttamente le persone interessate e gli enti locali preposti all’assistenza.
L’opuscolo analizzato rappresenta un importante strumento tecnico e culturale per promuovere un approccio inclusivo alla sicurezza. Attraverso la combinazione di riferimenti normativi, indicazioni operative e suggerimenti relazionali, esso mira a ridurre il cosiddetto “rischio residuo” che permane anche in presenza di adeguate misure preventive. Solo con una corretta pianificazione, formazione e sensibilizzazione è possibile garantire pari opportunità di salvezza a tutte le persone, anche nelle situazioni più critiche.